martedì 1 luglio 2014

LA LEY “MAREVA”

VITOLA: Mareva
TAGLIA: Cepo 44  x 103 mm di lunghezza

Era dalla metà di marzo, dopo la serata passata insieme a Didier Houvenaghel, che volevo prendere in mano la sua opera letteraria “The Cigar – from soil to soul” e dedicarmi alla sua lettura. Ne ho trovato il tempo solo pochi giorni fa e nel scegliere un sigaro che accompagnasse questa scoperta, la decisione più naturale mi si è parata davanti aprendo il mio humidor: la Mareva di La Ley.
La lusinga ricevuta con la dedica scritta di pugno da monsieur Houvenaghel, mi ha subito bloccato sulle sue parole, figlie di uno scambio di battute tra noi due durante la serata passata insieme, in particolare: “...Always with a good strenght and balance...”.



E’ così che ho iniziato a riflettere attorno a questo concetto, mentre i primi puff della mareva che tenevo tra le dita si alternavano ad alcune considerazioni.
Senza annoiarvi o scendere troppo nel dettaglio nelle elucubrazioni prodotte da chi vi scrive, vorrei però questa volta partire dalle considerazioni finali in merito al sigaro in questione.
L’equilibrio costantemente armonico tra i sentori percepiti e la forza, mai eccessiva, hanno sottolineato in modo chiaro quanto espresso da Didier: un buon sigaro, qualsiasi sia la sua provenienza, il suo calibro o la miscela di foglie di cui è costituito, deve armonizzare forza e bilanciamento per reputarsi un buon sigaro.
Questa mareva, dall’anilla così elegante, bene aderisce alla filosofia del produttore di origini belga: una buona complessità, senza che nessuna nota percepita sia “fuori dal coro”, una lunga persistenza e una finezza netta tra gli aromi, garantiscono una fumata, seppur breve, davvero eccezionale.


Nato dalla collaborazione di monsieur Nicarao e il señor Fernandez, famoso produttore di sigari nicaraguensi, tra cui il celebre San Lotano, La Ley è un antico brand cubano, riportato in auge in tempi recentissimi da Houvenaghel, con all'attivo due sole vitole: il robusto e la mareva appunto.
La composizione delle foglie utilizzate è un blend di diverse provenienze: una varietà di foglie nicaraguensi, coltivata nella regione di Jalapa, per la capa. Un’altra coltivata nella zona di Esteli, per le foglie di sottofascia e una tripa realizzata con foglie per metà nicaraguensi e per metà honduregne. Il lungo invecchiamento delle foglie utilizzate, garantisce al prodotto finito un’apprezzabile equilibrio tra morbidezza ed eleganza.
Di colore maduro dai riflessi leggermente dorati, il sigaro presenta una capa liscia e brillante senza particolari venature, con un colore uniforme su tutta la lunghezza che ben contrasta col colore candido dell’anilla dai fregi dorati.
Al tatto non rileviamo alcun difetto di costruzione, il riempimento regolare preannuncia una meccanica impeccabile.
A crudo emana un profumo lieve di legno e caffè. Il tiraggio all’accensione risulta perfetto, nonostante qualche piccolissima defezione nella regolarità della combustione.
Al palato si presenta asciutto ma subito deciso, con una forza media, che permette anche al fumatore meno navigato di percepire un’armonia di aromi che si accordano su note di caffè, tostato, liquirizia e frutta secca. Anche il pepe percepito espellendo il fumo dal naso, non infastidisce nè distrae chi vi scrive, da questo bilanciamento persistente.


Il secondo tercio si apre virando su note dolci al palato, l’aroma di caffè lascia il posto al cacao e i toni virano su note terrose. La cenere di colore bianco sporco, non accenna a staccarsi dal bracere, uno spettacolo!


La fumata si conclude dopo un’ora scarsa, armonizzando le note tostate con quelle dolci senza che nessuna sovrasti in maniera prepotente l’altra. Una nota di nocciola accompagna gli ultimi puff, rendendo la fumata davvero raffinata e appagante.


Completamente rapito da questo “piccoletto”, mi accorgo di essere rimasto fermo alla pagina con la dedica, per tutta la durata del sigaro. 
Un puro adatto a tutti e per tutto il giorno, si rivela come la sintesi perfetta di un buon bilanciamento e forza, espressi oramai come un dogma, dal mitico Didier!


La nostra personale valutazione è di 91/100



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