martedì 5 aprile 2016

XVIII FESTIVAL DEL HABANO (Terza parte)

Il giorno della chiusura del Festival si apre con gli ultimi incontri previsti al Palazzo della Convencion. Il più interessante è stato sicuramente quello svoltosi nella sala principale, dove ha avuto luogo la fase finale del “Maestro de Maestros”. I quattro finalisti, già titolati come Habanos Sommelier, si sono sfidati dando prova delle loro conoscenze sigarofile, ascoltando coppie di ipotetici clienti di un ristorante, i quali dopo cena, desideravano concludere la serata con un puro. I concorrenti, con le loro capacità di intrattenitori, dovevano carpire il maggior numero di informazioni, intrattenendo in una breve conversazione i commensali, così da proporre, in abbinamento ad una bevanda, il sigaro più adatto. Ascoltare i quattro finalisti ci ha dato modo di testare anche le nostre capacità suscitando, tra noi ascoltatori, piccoli dibattiti sulle scelte operate.
Per la cronaca, quest’anno il titolo è andato a Juan Jesus Machin di Cuba.
Al termine della finale, abbiamo raggiunto per pranzo, il nostro amico Yannick Goetschy di Intertabak. In un moderno e ristorante alla moda, una rarità a L’Avana, abbiamo scambiato quattro chiacchiere, assaggiando magnifici piatti di pesce e assaporando sigari che ci siamo scambiati vicendevolmente, all’insegna del più genuino compartir.
Nel pomeriggio ci siamo ritrovati a La Casa del Habano sita nell’hotel Melìa Cohiba, dove abbiamo ritrovato alcuni amici per condividere qualche impressione sui giorni passati insieme, in vista della cena di gala prevista in serata.
Alle 19.30, puntuali come orologi svizzeri, facciamo il nostro ingresso al Pabexpo, luogo deputato allo svolgimento della cena di gala.
Qui abbiamo trovato tantissimi amici e conoscenti del mondo del sigaro. Durante la passerella, abbiamo avuto modo di scambiarci i saluti e, in alcuni casi, di presentarci a persone che, fino ad allora, conoscevamo solo virtualmente.
Accolti da uno stuolo di steward e hostess, abbiamo ritirato ognuno la nostra gift bag che, mai come quest’anno, era colma e preziosa.
Una volta raggiunto il nostro tavolo, pieni di curiosità, ne abbiamo scoperto il contenuto: un cofanetto contenente due Majestuosos 1966, una scatola con tagliasigari e jetflame con il logo del 50° di Cohiba e un quadro riportante tutte le anille Cohiba dalla prima del 1966 all’ultima, eravamo stupefatti.
La location era addobbata in grande stile per l’occasione, scacchi bianchi e neri su tutta la lunghezza della sala, un palco gigante diviso in tre parti, una per l’orchestra, una per le esibizioni e una per le band.
Tra i tavoli e il palco erano esposti gli humidor celebrativi, realizzati appositamente per l’asta di beneficenza. Infatti tutto il ricavato ottenuto viene devoluto alla sanità cubana.
Prendiamo posto e ogni piatto viene accompagnato da un sigaro, rigorosamente Cohiba, in abbinamento: Medio Siglo, Robusto, Maduro 5 Genios, Siglo VI, Behike 54. Insomma, avevamo l’imbarazzo della scelta!
Durante la cena si alternano spettacoli di danza ad interventi musicali, uno tra tutti, quello del pluripremiato Chucho Valdes, una leggenda della musica latina e jazz, accolto con un’ovazione.
A metà serata, hanno preso la parola i due direttori di Habanos SA, nominando per tre diverse categorie, l’hombre del Año 2016. I vincitori di quest’anno sono stati: Dominique Gyselinck per la categoria business, Valerio Cornale per la categoria comunicazione e Manuel Tuero per la categoria produzione. Piacevolmente colpiti dalla vittoria del “nostro” Vittorio Cornale che, nel ritirare il premio, ha dichiarato: dedico questo riconoscimento a tutti i fumatori italiani di sigari.
Terminata la cena, dopo un dolce marchiato Cohiba, abbiamo avuto la fortuna di assistere alla Subasta, accompagnando uno dei sigari ricevuti durante la serata, con un ottimo Havana Club Cohiba Union. Assente d’eccellenza Simon Chase, ha lasciato il posto di battitore ad un impacciato direttore della distribuzione Habanos per l’Argentina. Nonostante l’impegno visibile, il divario con l’eleganza di Mr Chase è stato palpabile.
Gli humidor sono stati via via assegnati a cifre poco al di sotto dei 100 mila euro. Si è arrivati al pezzo forte: il numero uno su cinquanta, dell’humidor celebrativo di Cohiba. Ad una cifra record di 320 mila euro, questo pregiatissimo pezzo prodotto da Elie Bleu, è stato battuto poco dopo la mezzanotte e ad aggiudicarselo, un nostro caro amico: il proprietario de La Casa del Habano di Antwerp e del Cohiba Atomosphere di Anversa, Mr. Reza!
Dopo numerose foto, strette di mano e calorosi abbracci,guadagniamo l’uscita del Pabexpo, consci di aver assistito ad una serata record,
che ha visto sotto lo stesso tetto, più di 2000 partecipanti provenienti da oltre
60 paesi.
La giornata di sabato, l’ultima prima della partenza verso casa, l’abbiamo dedicata totalmente alla visita della città, comportandoci come veri e propri turisti.
Non è mancata una tappa al Floridita, lì abbiamo apprezzato un ottimo Daiquiri,
sotto gli occhi ammiccanti di Hemingway che, sotto forma di statua bonzea, trova posto alla fine del bancone dando uno sguardo agli avventori del locale.
Ci piace chiudere qui il nostro racconto, il più lungo da noi mai scritto, lasciandovi l’immagine di un puro cubano e di un cocktail, come simbolo di tutte le esperienze e di emozioni vissute che, ancora oggi, si mescolano nei nostri ricordi e nei nostri racconti. Fanno capolino qua e là, prendendo una scatola in mano, guardando una fotografia, sentendo un amico al telefono. Abbiamo qui cercato di dare un ordine a tutto, con l’intendo di rendere l’idea di ciò che il festival del Habano è, nel pieno rispetto del compartir.

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