martedì 3 maggio 2016

PLASENCIA “RESERVA ORGANICA ROBUSTO”

VITOLA: Robusto
TAGLIA: Cepo 52 x 120 mm di lunghezza

Il fondatore Néstor Plasencia, proviene da un’antica famiglia cubana di tabacchicoltori. Fuggiti durante la rivoluzione, approdano in Nicaragua dove riprendono l’attività bruscamente interrotta. A gran fatica si fanno strada nel mondo dei puros fino agli anni novanta, periodo in cui scoppia un vero e proprio boom, che trasforma la famiglia di contadini in produttori milionari, grazie ad un contratto di esclusiva per il gigante spagnolo del tabacco, Tabacalera SA.
Questa repentina trasformazione, con conseguente crescita economica, ha permesso a Nestor Plasencia e a suo figlio Junior, di concentrarsi sulla qualità dei loro prodotti. Essi infatti hanno definito alcuni princìpi cardine nella loro produzione: realizzare solamente sigari con tabacco proveniente dalle loro piantagioni, non trattato con agenti chimici. Hanno sviluppato inoltre un sistema antiparassitario naturale, facendo crescere attorno alle piantagioni girasoli, che attirano gli insetti che altrimenti intaccherebbero le foglie di tabacco. Successivamente alla raccolta, vengono seminati legumi che arricchiscono il terreno di azoto, completando in maniera poco invasiva la concimazione dei terreni.
La Reserva Organica, di cui fa parte il sigaro raccontato quest’oggi, è rappresentativa di questa filosofia bioetica, che guarda oltre al profitto, privilegiando la qualità.
Un’ottima premessa che ci porta con molta curiosità ad accenderci questo puro.
Contenuto nella classica confezione in cellophane, questo robusto si presenta con una duplice anilla, una riportante il logo della casata, e un’altra, posta al piede, ne certifica l’appartenenza alla Reserva Organica.

A crudo si percepiscono note intense di cioccolato e frutti di bosco, su una base terrosa senza pizzichi pepati.
La capa colorado dai toni gialli, ben si sposa con le tinte delle anille, è tirata e serica, senza venature in rilievo.
All’accensione veniamo sopresi da una forza non eccessiva ma godibile, con delle boccate di fumo inteso, che permettono di distinguere dolcezza in bocca, legno in gola e note balsamiche al naso, in un equilibrio straordinario.
Come uno dei migliori cubani, il sigaro evolve in maniera armoniosa, alternando la dolcezza del cacao, alle spezie, dal legno, alla nocciola e al caffè. Al naso le note balsamiche virano in qualcosa di simile all’incenso creando degli accostamenti unici, difficilmente provati con sigari della stessa origine geografica.
Piacevolmente colpiti dall’equilibrio di aromi che questo puro riesce a regalare, arriviamo all’ultimo tercio percependo una leggera nota pepata che rafforza e sottolinea le note precedentemente carpite. Senza alcun tipo di sbalzo, ma in una costante dinamicità, questo robusto regala una fumata piacevolissima e complessa, senza mai aggredire la gola. Una dolcezza persistente, fa da base a note di caffè e tostato che ci portano, dopo meno di un’ora ad abbandonare quel che resta, nella ceneriera.

Un sigaro pregevolissimo, con una costruzione impeccabile e un blend di foglie che può tranquillamente mettere d’accordo tutti i fumatori di caraibici, che ricercano una complessità aromatica non comune, miscelata in perfetta armonia.

Disponibile presso il nostro punto vendita al pezzo e nella confezione in legno da 20 pezzi.

La nostra personale valutazione è di 94/100. 

martedì 26 aprile 2016

JUAN LOPEZ “SELECCION No. 1”

VITOLA DE SALIDA: Seleccion No.1
VITOLA DE GALERA: Corona Gorda
TAGLIA: Cepo 46 x 143 mm di lunghezza

Juan Lopez è un marchio nato nel 1876 da Juan Lopez Diaz ed è famoso per aver avuto nel suo vitolario solo sigari fatti a mano.
Oggi è considerato da Habanos SA ccome brand locale ed ha una ristretta produzione che vanta solo tre formati: petit corona, robusto e questa corona gorda.
Con una capa colorado dai toni rossicci, questo puro si presenta morbido al tatto, con un riempimento leggermente scarso in alcuni punti. A crudo si percepisce fieno e legno, con una punta dolce.
All’accensione percepiamo subito note di legno, vaniglia e caramello. Una partenza morbida garantisce un primo terzo davvero cremoso.

La forza nicotinica si attesta su livelli medi, al di sotto di quelli garantiti dal fratello minore “No.2”.
La fumata procede lineare, senza correzioni, notiamo però un tiraggio al di sopra della media, risultato di un riempimento non ottimale. Il secondo terzo acquista un po’ più di forza, sprigionando una nota pepata non aggressiva, che rende la fumata davvero interessante.
L’ultimo terzo acquista ancora più forza, raggiungendo il livello tipico della marca, al naso è accentuata la nota pepata che crea un ottimo contrasto con la cremosità che persiste in bocca.
Lasciamo spegnere questa corona gorda dopo circa un’ora. Il giudizio è positivo, nonostante un riempimento non proprio ottimale che ha accelerato la combustione. Un formato e una marca che purtroppo non riscontrano molto successo tra gli aficionados, attirati da formati e marche più blasonate. Un puro che meriterebbe maggior fortuna, per l’appagante fumata che regala che non ha nulla da invidiare ai pari vitola, coi quali sarebbe interessante fare una degustazione orizzontale, inserendo i vari Punch Punch, Magnum 46 di H.Upmann e Siglo IV di Cohiba.
Disponibile presso il nostro punto vendita al pezzo e nel classico slide box da 25 sigari.

La nostra personale valutazione è di 89/100

martedì 5 aprile 2016

XVIII FESTIVAL DEL HABANO (Terza parte)

Il giorno della chiusura del Festival si apre con gli ultimi incontri previsti al Palazzo della Convencion. Il più interessante è stato sicuramente quello svoltosi nella sala principale, dove ha avuto luogo la fase finale del “Maestro de Maestros”. I quattro finalisti, già titolati come Habanos Sommelier, si sono sfidati dando prova delle loro conoscenze sigarofile, ascoltando coppie di ipotetici clienti di un ristorante, i quali dopo cena, desideravano concludere la serata con un puro. I concorrenti, con le loro capacità di intrattenitori, dovevano carpire il maggior numero di informazioni, intrattenendo in una breve conversazione i commensali, così da proporre, in abbinamento ad una bevanda, il sigaro più adatto. Ascoltare i quattro finalisti ci ha dato modo di testare anche le nostre capacità suscitando, tra noi ascoltatori, piccoli dibattiti sulle scelte operate.
Per la cronaca, quest’anno il titolo è andato a Juan Jesus Machin di Cuba.
Al termine della finale, abbiamo raggiunto per pranzo, il nostro amico Yannick Goetschy di Intertabak. In un moderno e ristorante alla moda, una rarità a L’Avana, abbiamo scambiato quattro chiacchiere, assaggiando magnifici piatti di pesce e assaporando sigari che ci siamo scambiati vicendevolmente, all’insegna del più genuino compartir.
Nel pomeriggio ci siamo ritrovati a La Casa del Habano sita nell’hotel Melìa Cohiba, dove abbiamo ritrovato alcuni amici per condividere qualche impressione sui giorni passati insieme, in vista della cena di gala prevista in serata.
Alle 19.30, puntuali come orologi svizzeri, facciamo il nostro ingresso al Pabexpo, luogo deputato allo svolgimento della cena di gala.
Qui abbiamo trovato tantissimi amici e conoscenti del mondo del sigaro. Durante la passerella, abbiamo avuto modo di scambiarci i saluti e, in alcuni casi, di presentarci a persone che, fino ad allora, conoscevamo solo virtualmente.
Accolti da uno stuolo di steward e hostess, abbiamo ritirato ognuno la nostra gift bag che, mai come quest’anno, era colma e preziosa.
Una volta raggiunto il nostro tavolo, pieni di curiosità, ne abbiamo scoperto il contenuto: un cofanetto contenente due Majestuosos 1966, una scatola con tagliasigari e jetflame con il logo del 50° di Cohiba e un quadro riportante tutte le anille Cohiba dalla prima del 1966 all’ultima, eravamo stupefatti.
La location era addobbata in grande stile per l’occasione, scacchi bianchi e neri su tutta la lunghezza della sala, un palco gigante diviso in tre parti, una per l’orchestra, una per le esibizioni e una per le band.
Tra i tavoli e il palco erano esposti gli humidor celebrativi, realizzati appositamente per l’asta di beneficenza. Infatti tutto il ricavato ottenuto viene devoluto alla sanità cubana.
Prendiamo posto e ogni piatto viene accompagnato da un sigaro, rigorosamente Cohiba, in abbinamento: Medio Siglo, Robusto, Maduro 5 Genios, Siglo VI, Behike 54. Insomma, avevamo l’imbarazzo della scelta!
Durante la cena si alternano spettacoli di danza ad interventi musicali, uno tra tutti, quello del pluripremiato Chucho Valdes, una leggenda della musica latina e jazz, accolto con un’ovazione.
A metà serata, hanno preso la parola i due direttori di Habanos SA, nominando per tre diverse categorie, l’hombre del Año 2016. I vincitori di quest’anno sono stati: Dominique Gyselinck per la categoria business, Valerio Cornale per la categoria comunicazione e Manuel Tuero per la categoria produzione. Piacevolmente colpiti dalla vittoria del “nostro” Vittorio Cornale che, nel ritirare il premio, ha dichiarato: dedico questo riconoscimento a tutti i fumatori italiani di sigari.
Terminata la cena, dopo un dolce marchiato Cohiba, abbiamo avuto la fortuna di assistere alla Subasta, accompagnando uno dei sigari ricevuti durante la serata, con un ottimo Havana Club Cohiba Union. Assente d’eccellenza Simon Chase, ha lasciato il posto di battitore ad un impacciato direttore della distribuzione Habanos per l’Argentina. Nonostante l’impegno visibile, il divario con l’eleganza di Mr Chase è stato palpabile.
Gli humidor sono stati via via assegnati a cifre poco al di sotto dei 100 mila euro. Si è arrivati al pezzo forte: il numero uno su cinquanta, dell’humidor celebrativo di Cohiba. Ad una cifra record di 320 mila euro, questo pregiatissimo pezzo prodotto da Elie Bleu, è stato battuto poco dopo la mezzanotte e ad aggiudicarselo, un nostro caro amico: il proprietario de La Casa del Habano di Antwerp e del Cohiba Atomosphere di Anversa, Mr. Reza!
Dopo numerose foto, strette di mano e calorosi abbracci,guadagniamo l’uscita del Pabexpo, consci di aver assistito ad una serata record,
che ha visto sotto lo stesso tetto, più di 2000 partecipanti provenienti da oltre
60 paesi.
La giornata di sabato, l’ultima prima della partenza verso casa, l’abbiamo dedicata totalmente alla visita della città, comportandoci come veri e propri turisti.
Non è mancata una tappa al Floridita, lì abbiamo apprezzato un ottimo Daiquiri,
sotto gli occhi ammiccanti di Hemingway che, sotto forma di statua bonzea, trova posto alla fine del bancone dando uno sguardo agli avventori del locale.
Ci piace chiudere qui il nostro racconto, il più lungo da noi mai scritto, lasciandovi l’immagine di un puro cubano e di un cocktail, come simbolo di tutte le esperienze e di emozioni vissute che, ancora oggi, si mescolano nei nostri ricordi e nei nostri racconti. Fanno capolino qua e là, prendendo una scatola in mano, guardando una fotografia, sentendo un amico al telefono. Abbiamo qui cercato di dare un ordine a tutto, con l’intendo di rendere l’idea di ciò che il festival del Habano è, nel pieno rispetto del compartir.

mercoledì 30 marzo 2016

XVIII FESTIVAL DEL HABANO (Seconda parte)

Mercoledì di buon ora ci rechiamo nel luogo dove si svolgono le principali attività diurne del Festival, il Palazzo della Convencion. Un grande centro congressi all’interno del quale troviamo diversi espositori che presentano una varietà di accessori e memorabilia legati al mondo del puro. Inoltre, al centro dell’area espositiva, possiamo ammirare sia le nuove vitolas prodotte, sia le edizioni limitate previste per quest’anno, oltre ai due humidor celebrativi per il 50° Anniversario di Cohiba.
Si tratta di due realizzazioni molto diverse tra loro. Il primo è un humidor da tavolo, prodotto in 1966 esemplari (come l’anno di nascita di Cohiba) contenente 20 sigari realizzati in un formato inedito: Majestuoso 1966, 150mm x 58 di cepo. L’altro Humidor, prodotto in soli 50 pezzi numerati, è stato realizzato dall’azienda francese Elie Bleu: a forma di armadio, riporta sulle ante delle foglie di tabacco completamente rivestite d’oro. All’interno di esso sono stipati 50 sigari numerati singolarmente. Si tratta di una nuova release realizzata ad hoc e denominata 50 Aniversario. La vitola de galera è Grandioso, 178 x 60 di cepo, con un’anilla Cohiba riportante il numero progressivo e un’altra anilla posta al piede raffigurante l’antica anilla Cohiba, uno spettacolo!
Per quanto riguarda le novità presenti allo stand Habanos segnaliamo il Cohiba Medio Siglo, una sorta di Petit Robusto, in box da 25 e l’H.Upmann Magnum 54, confezionato in box da 10 pezzi. Inoltre erano presenti le edizioni limitate 2016 Romeo y Julieta Capuleto e il Montecristo Dantés. Purtroppo nessuna traccia del Trinidad Topes, la terza ed ultima edizione limitata prevista per quest’anno.
Durante tutta la giornata abbiamo partecipato a diversi seminari organizzati da Habanos. Il primo, sull’abbinamento tra puro e cioccolato, ci ha visti degustare un ottimo Siglo VI di Cohiba insieme a delle praline realizzate con cacao Criollo. Successivamente siamo stati coinvolti nella realizzazione di un puro, un modo diretto per metterci alla prova e capire quanta arte e manualità ci sia dietro la realizzazione di un puro cubano. Dopo un pranzo sempre contornato da ottima musica, questa volta gentilmente offerta da un simpatico pianista, abbiamo partecipato all’ultimo seminario previsto per la giornata: l’abbinamento tra habano e ron. In questo caso il confronto è stato tra Cohiba Maduro 5 Genios con Havana Club Selección de Maestros e Cohiba Siglo VI con l’eccelso Havana Club Cohiba Uniòn. L’esperienza è stata esaltante!
La sera ci vede ospiti presso El Laguito per la cena dedicata ai torcedores. Una bellissima serata iniziata sin dall’ingresso dove siamo stati accolti calorosamente e omaggiati con due esemplari del Cuaba 20° aniversario. L’humidor celebrativo contiene 50 sigari, è il premio della lotteria di biglietti venduti mentre entriamo e la cui estrazione avviene durante la serata. Con nostro stupore e gioia ci rallegriamo col vincitore, il nostro caro amico, proprietario della Casa del Habano di Zurigo, Herr Menzi.
Durante la serata sia alternano corpi di ballo e gruppi musicali che intrattengono in maniera coinvolgente tutto il pubblico. Non mancano dei momenti dedicati ai nostri amati sigari: vengono proiettate delle interviste a diversi torcedor di tutte le età che raccontano la loro esperienza e la loro crescita professionale. Durante la cena vengono distribuiti diversi sigari.
La sensazione che ci lascia la serata è la consapevolezza di come l’universo del sigaro sia un perfetto equilibrio tra fatica, sudore, manualità e dedizione da una parte. Celebrazione, edonismo, riflessione, ricerca, condivisione, collezione e anche lusso, dall’altra. Si percepisce in maniera quasi “fisica” come un aspetto non possa esistere senza l’altro, andando a costituire un piccolo universo dove coesistono realtà apparentemente distanti tra loro, in un’armonia retta dalla passione per il puro.
In un clima splendido, con un leggera brezza che rende piacevole la carezza del sole dei tropici, inizia la giornata di giovedì. Ci avviamo, accompagnati dal nostro autista Antonio, verso El Laguito, per visitare la fabbrica di Cohiba.
Situata nel mezzo del quartiere residenziale, questa villa in stile neoclassico, si dice fosse appartenuta, prima della revoluciòn, alla mafia. Espropriata dal regime castrista, venne adibita a vera e propria fabbrica nel 1966, anno di fondazione del marchio Cohiba.
Entrati nel giardino, ci avviamo verso l’ingresso percorrendo un viale carraio in salita. Appena entrati l’impatto è incredibile: lo stile fastoso e appariscente della villa, con stucchi, capitelli e marmi ovunque, fanno da ambientazione ai torcedor stipati in ogni angolo a selezionare e arrotolare sigari in una produzione minuziosa e ininterrotta. Sostiamo nell’atrio dove un’imponente scala da accesso al piano di sopra, per fare le foto di rito sui gradini sovrastati dal logo affisso sul muro.
Salutiamo i torcedor, abituati alle visite, che si prestano a foto e anche a cederci il posto di lavoro per farci immortalare ”all’opera”.
Proseguiamo verso una delle depandance. Qui troviamo, in una successione di stanze, diversi operatori che si suddividono i compiti: chi divide i sigari per colore, chi appone le anille e chi inserisce i sigari nelle scatole. Qui troviamo un clima più concentrato e silente. Ammiriamo l’operosità e la dedizione con la quale vengono selezionati e raccolti i vari formati e con quanta cura vengano riposti nelle scatole. All’uscita della villa, veniamo salutati con l’omaggio di un Siglo I che gustiamo come aperitivo pre pranzo.
Rientrati al Palazzo della Convencion, dopo un pranzo veloce in compagnia dei ragazzi della Casa del Habano di Hong Kong, assistiamo alla conferenza su Cohiba Atmosphere. La filosofia e lo stile di uno spazio dedicato agli aficionados, dove poter incontrarsi e passare del tempo fumando un sigaro, nell’atmosfera di un luogo all’altezza del fascino Cohiba.
A metà pomeriggio ci prepariamo alla “Ash Competition”, partecipiamo agguerriti più che mai a questa gara che prevende la proclamazione del vincitore che riuscirà a fumare un sigaro senza far mai cadere la cenere.
Un’esperienza goliardica che viene vissuta in maniera concitata con fotografi e cronisti che girano per la sala commentando lo stile e i ritmi di fumata di ogni partecipante. Il sigaro scelto è stato il Gigantes di Ramon Allones. Il nostro miglior risultato è stato 3,5 cm rimanenti al momento della caduta della cenere. Siamo rimasti soddisfatti del risultato anche se lontani dai due centimetri e mezzo rimasti ad un ragazzo cinese, al quale abbiamo fatto i nostri complimenti. Rimasti qualche minuto a fare il tifo per il nostro amico e campione in carica Ali, di Big Smoke Cigar del Kuwait, siamo poi rientrati per prepararci per la cena.
Nell’affascinante cornice del Centro Cultural Felix Varela, partecipiamo alla serata organizzata da Intertabak e da 5° Avenida, distributore Habanos per Germania, Austria e Polonia. Qui abbiamo l’occasione per colloquiare in un clima di festa con i nostri colleghi svizzeri, oltre a gustarci dell’ottima musica dal vivo insieme a dei favolosi sigari e dei mojito freschissimi. La serata procede in allegria, nell’atmosfera intima del cortile interno di questo edificio che una volta fu un monastero e che oggi mantiene intatto il fascino dell’architettura spagnola, ben inserito nello stile dell’Havana Vieja.


Continua…

martedì 22 marzo 2016

XVIII FESTIVAL DEL HABANO (Prima parte)

Siamo tornati da circa due settimane. Questo tempo ci è servito per riordinare i ricordi, foto e qualche sigaro portati a casa dopo sette giorni sulla Isla. Vogliamo condividere con voi questa esperienza, che per certi versi sarà irripetibile, cercando di dare un’idea dell’impatto e del bagaglio culturale che un festival come quello svoltosi a L’Avana lascia ad un aficionado del puro. Nell’anno in cui si festeggiano i 20 anni di Cuaba e soprattutto i 50 anni di Cohiba.
Atterrati domenica 28 febbraio, abbiamo speso ciò che rimaneva della prima giornata cubana cenando in un ristorante tipico con piatti a base di pollo (delizioso), riso e fagioli, accompagnati da birra cubana e dal primo di una lunga serie di sigari, in questo caso il nuovo Partagas Corona Gorda Anejado.
Per concludere questa prima giornata, ci siamo concessi un drink in pieno relax presso il patio dell’hotel Nacional, un vero must per la storia che questo albergo racchiude, è il punto di ritrovo per tutti gli aficionado provenienti da tutto il mondo, che voglio far due chiacchiere e una fumata in compagnia prima di ritirarsi.
Il Lunedì mattina, dopo una corroborante colazione, ritorniamo all’hotel Nacional per ritirare gli accrediti che ci permetteranno di partecipare a tutte le attività e a tutte le cene organizzate per il festival.
Nel pomeriggio partecipiamo, su invito del nostro distributore ufficiale Habanos, alla degustazione, presso La Casa del Habano Robaina, dell’edizione regionale per la Svizzera, che verrà lanciata l’anno prossimo. Sarà quasi sicuramente prodotta da Juan Lopez, di formato simile al Sublimes, per ora non possiamo svelare altro. Abbiamo avuto tutti delle buone impressioni di fumata.
Per la serata abbiamo in programma la Noche de Bienvenida, che si svolge all'Almacén del Tabaco y la Madera, nella zona del porto. All’ingresso veniamo accolti da uno stuolo di hostess che ci salutano con una rosa e un flut di bollicine. Inoltre riceviamo il cofanetto laccato contenente due esemplari di Hoyo de Monterrey Epicure No.2 Reserva Cosecha 2012, sigaro protagonista della serata.
La cena è a buffet con musica dal vivo. La cornice e il clima sono spettacolari, è la serata adatta per incontrare alcuni mostri sacri del mondo sigarofilo, uno su tutti, Valerio Cornale, un gentleman d’altri tempi, che si intrattiene con noi chiacchierando amabilmente.
Il primo giorno del mese di marzo inizia per noi molto presto, prima delle 7 del mattino siamo già sul pullman che ci porta a Pinar del Rio, per la visita alle piantagioni. Qui possiamo toccar con mano tutti i processi produttivi, prima alla “vega” e successivamente presso il centro di selezione e fermentazione, dove entriamo a contatto con la quotidianità di chi vive di tabacco.
Per il pranzo raggiungiamo la località di Vinales, dove sostiamo presso il sito archeologico famoso in tutta Cuba per delle pitture su roccia risalenti alla preistoria. La comida si svolge in pieno stile cubano, pollo, riso, banane fritte, sigari e musica! Una piacevole pausa prima di affrontare il lungo viaggio di ritorno verso L’Avana. Rientriamo in serata giusto in tempo per degustare dell’ottimo Ron presso il Club del Melìa Cohiba, dove assistiamo ad uno spettacolo di musica cubana che ci lascia senza parole.


Continua…

martedì 1 marzo 2016

MONTECRISTO “PETIT No.2”

VITOLA DE SALIDA: Petit No.2
VITOLA DE GALERA: Petit No.2
TAGLIA: Cepo 52 x 120 mm di lunghezza

Lanciato da Habanos nel 2013 come fratello minore del celeberrimo No.2, il Petit No.2 ha la stessa solidità costruttiva del formato più grande e pensato inizialmente solo come “versione più breve”. Si è invece conquistato negli anni una fetta di estimatori diventando, nel panorama cubanofilo, un modulo molto apprezzato, un caposaldo.
Di un colorado medio dai toni dorati, presenta una foglia di fascia molto sottile e tesa, serica, senza particolari venature. Il riempimento è uniforme, anticipando una costruzione eccellente.
Al naso, si rileva un semplice aroma di tabacco con un pizzico di fieno.
All’accensione, dopo qualche puff, troviamo conferma di quanto percepito
da spento, inoltre notiamo note di noci tostate, legno e cuoio.
Le sensazioni retronasali sono piacevoli, con una nota di cioccolato al latte,
che rende la fumata rotonda e piacevole. Da notare la quantità di fumo prodotta,
che lascia nell’aria un buon profumo.
Il secondo terzo, si apre con la nota di legno più marcata, tipica della marca.
La forza rimane costante sui registri medi. Non si percepiscono punte pepate
neanche al naso, mantenendo la fumata piacevolmente cremosa.
L’ultimo tercio vede un leggero aumento della forza. Tostato, cioccolato e caffè dolce,
gli aromi che spiccano più di tutti. Riusciamo a goderci questa piccola piramide,
fino a quasi bruciarci le dita, senza mai rilevare note amare o sgradevoli,
confermando la bilanciatura, frutto di una costruzione praticamente perfetta.
Inserito ormai da qualche anno nel vitolario di Montecristo, il Petit No.2 è stata di sicuro la novità, di produzione regolare, che ha incontrato il maggior numero di estimatori, risultando un puro dal bilanciamento e dalla paletta aromatica tra i più riusciti degli ultimi anni.

Disponibile presso il nostro punto vendita al pezzo, nel box da 10 pezzi e in offerta con uno sconto del -25%, nel box da 25 pezzi.

La nostra personale valutazione è di 93/100

martedì 16 febbraio 2016

PADRON “DÁMASO No.12”

VITOLA: Robusto
TAGLIA: Cepo 50 x 127 mm di lunghezza

Questa nuova linea proposta da Padron va a soddisfare quella parte di aficionados che apprezza le caratteristiche qualitative della casa nicaraguense, senza per questo subirne la tipica forza nicotinica.
Nasce così Dàmaso, un sigaro composto da una miscela di tabacchi del Nicaragua di alta qualità, con una foglia di fascia Connecticut. Il risultato offre un colpo d’occhio interessante: una capa chiara avvolta da una doppia anilla su fondo bianco, rende molto distinguibile questa linea dalle ormai blasonate 1926 Series e 1964 Anniversary. Si prefigge inoltre di smarcarsi dalle classiche caratteristiche della marca, mantenendo tutti i pregi costruttivi e aromatici che hanno reso Padrón un punto di riferimento nel panorama sigarofilo.

A crudo emana sentori di stalla e cuoio, la capa è serica e clara, al tatto il riempimento sembra non essere troppo abbondante. Da notare la scelta di mantenere il profilo tondo e non “box-pressed” al quale eravamo ormai abituati.
Il tiraggio è un po’ troppo ampio, conseguenza di un riempimento un po’ sotto la media. La combustione è perfetta e la cenere di color grigio medio, cade a blocchetti rivelando un braciere leggermente appuntito.

A livello aromatico, percepiamo un sapore tra l’elettrico e il metallico al palato, mentre la gola è avvolta da una piacevole cremosità. Al naso, balsamico, spezie, cedro e poco pepe si avvicendano su un sottofondo balsamico che rende la fumata “fresca”. La forza nicotinica è medio leggera, dando modo di concentrarsi su tutte le sfumature che questo sorprendente Dámaso ci sta regalando.

Sul finale notiamo un leggero aumento della forza e la complessità aromatica si attesta su note cremose, cuoio ed erbacee con punte pepate al naso. Lasciamo spegnere questo robusto dopo meno di un’ora, piacevolmente sorpresi da questa novità di casa Padrón.


La nostra personale valutazione è di 90/100