VITOLA DE SALIDA: Royal Robusto
VITOLA DE GALERA: Edmundo
TAGLIA: Cepo 52 x 135 mm di
lunghezza
Apprezzata da molti aficionados, questa marca ha una storia che risale attorno al 1840 quando Herman Upmann (uno
dei due hermanos, n.d.r.) un
banchiere tedesco amante del sigaro cubano, decise di aprire una filiale della
sua banca a L’Avana.
Nel 1844, i due fratelli Upmann decisero di acquistare una fabbrica di
sigari sull’isla. Da allora la compagnia H. Upmann, sino al 1922, commerciò sia
nel ramo bancario, sia nella produzione di sigari.
Al centro della foto i fratelli Herman e August Upmann |
Dopo alcune vicissitudini, la casa tedesco-cubana, tornò agli onori della
cronaca all’alba del 25 aprile 1961 quando, John Fitzgerald Kennedy decretò l’embargo
totale verso Cuba.
Si narra che in realtà il presidente degli Stati Uniti d'America, prima di firmare le carte per l'embargo, aspettò qualche giorno. Mandò infatti il suo fidato consigliere Pierre Salinger a Cuba, per procurargli l'ultima ingente scorta di sigari. Egli era infatti un grandissimo amante dei sigari H. Upmann, vitola Petit corona.
Si dice che il suo braccio destro riuscì a procurargli un'ultima scorta di ben 11.500 sigari!
Si narra che in realtà il presidente degli Stati Uniti d'America, prima di firmare le carte per l'embargo, aspettò qualche giorno. Mandò infatti il suo fidato consigliere Pierre Salinger a Cuba, per procurargli l'ultima ingente scorta di sigari. Egli era infatti un grandissimo amante dei sigari H. Upmann, vitola Petit corona.
Si dice che il suo braccio destro riuscì a procurargli un'ultima scorta di ben 11.500 sigari!
Confezionata in box da dieci pezzi, questa edizione
per la Casa del Habano, si presenta al tatto vellutata, di un colorado dai toni
rossi, con una capa liscia e luminosa, dalla superficie e dal colore uniformi,
frutto di un’ottima costruzione, sottolineata anche da un riempimento regolare.
A crudo si percepiscono note di legno, cuoio, cedro e
cioccolato, sia sulla capa che al piede.
All’accensione, i primi puff si rivelano dolci e
asciutti, procedendo con una combustione generosa e regolare.
Gli aromi percepiti sono molto ricchi, con una forza medio
alta. Si possono facilmente distinguere: cuoio, fieno e legno, con punte pepate
e un finale di nocciola. Il retrogusto è dolce, sa di vaniglia.
Il primo tercio prosegue in modo regolare, producendo
una cenere compatta, quasi solida, di un colore grigio chiaro.
Il secondo tercio si presenta con le stesse sensazioni
palatali e la medesima forza nicotinica. Gli aromi di base rimangono
inalterati, si sopisce la nota pepata a favore di note di caffè e sottobosco,
rendendo la fumata in generale più equilibrata e armonica, la dolcezza
percepita all’inizio passa dalla vaniglia al miele d’acacia.
Rileviamo la quantità di fumo prodotta da questo puro,
davvero al di sopra della media!
Correggiamo il bracere all’inizio del terzo tercio, che si presenta
con un significativo aumento della forza. Una persistente nota di liquirizia
sostiene il ritorno della punta pepata percepita all’inizio della fumata, Aumenta anche la persistenza di aromi di caffè e nocciola, inibendo parzialmente la dolcezza mielosa, rilevata nel secondo tercio.
Abbandoniamo il puro sul cigar stand dopo
un’ora e venti minuti, lasciando che si spenga naturalmente.
Le considerazioni a livello organolettico ci portano
ad esprimere dei giudizi molto positivi. Il formato scelto da Upmann per questa
edizione CDH, permette una fumata piena ed un’evoluzione completa sui tre
terzi. Questo puro non tradisce le aspettative: la finezza eccellente permette
anche a fumatori poco esperti di percepire ogni nota e sentore. Dopo i primi
puff, il sigaro raggiunge un equilibrio armonico eccellente. La complessità
aromatica e una lunga persistenza ci portano ad una valutazione molto elevata.
Riteniamo sia, per forza nicotinica, un sigaro adatto
dopo i pasti. Abbinato ad un cognac o ad un armagnac, in alternativa un
calvados, oppure per chi lo apprezza, ad un bourbon americano, è in grado di
offrire oltre un’ora di fumata piena ed appagante.
Dato il formato pari-vitòla, verrebbe voglia di riprovarlo
in una degustazione orizzontale, analizzando le differenze salienti col più
famoso Montecristo Edmundo.
La nostra personale valutazione è di 90/100
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